venerdì 2 febbraio 2007

"Waterloo Sunset" by The Kinks (1967)

Inauguro con il capolavoro dei Kinks la rubrica Grandi Canzoni, in cui mi cimenterò nella recensione di una canzone come se fosse (ma le più belle non lo sono forse?) una poesia. Il testo della canzone lo potete leggere su http://kinks.it.rit.edu/discography/showsong.php?song=432 .
Erroneamente intesa come una canzone d'amore, Waterloo Sunset è invece soprattutto una storia di solitudine metropolitana. Il narratore-protagonista (che adombra la figura stessa di Ray Davies, leader dei Kinks e autore del testo) sta guardando dalla sua finestra il quartiere di Waterloo e il Tamigi che scorre inesorabile ("dirty old river, must you keep rolling flowing into the night"). Sono probabilmente le 7 di sera, l'ora in cui milioni di londinesi tornano nelle loro case dopo il lavoro ("people so busy make me feel dizzy"), muovendosi come insetti ("swarming like flies 'round Waterloo underground") incuranti di ciò che succede intorno a loro. Ma il narratore no, lui, che non ha amici ("but I don't need no friends", dice), che in fondo non vive come gli altri, non si muove per la città, ma è incollato alla sua finestra, lui, quasi un simbolo dell'orso solo e alienato, tipico prodotto della metropoli, riesce a vedere il bello che gli altri non vedono, troppo impegnati a vivere. Vede il tramonto su Waterloo, un piccolo angolo di paradiso dentro a una Londra disumana ("as long as I gaze on Waterloo sunset, I am in paradise"). E improvvisamente la prospettiva si ribalta perchè compaiono due personaggi che come lui riescono ad apprezzare ciò che sta loro attorno, ma che, diversamente da lui, non hanno paura di uscire dalla loro casa e di vivere e di amare. Sono due giovani innamorati, Terry and Julie (probabilmente ispirati alle figure degli attori Terence Stamp e Julie Christie, al centro di molto gossip all'epoca della canzone) che non scendono nella metropolitana come gli sciami di uomini-mosche dei versi precedenti (immagine montaliana, non è vero?), ma che passano sul ponte sopra il Tamigi e ammirano il tramonto. E si sentono al sicuro, safe and sound, perchè hanno l'amore e anche se intorno la sera è fredda ("chilly chilly is the evening time"), almeno il tramonto è stupendo. Chissà se il protagonista li raggiungerà o se invece rimarrà prigioniero del suo isolamento. La canzone si conclude con il semplice "Waterloo sunset's fine", forse qualcuno è destinato a vederlo da solo, altri insieme. Ma basta saperlo vedere no?
Dall'album Something Else By The Kinks (1967), parole e musica di Ray Davies.